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categorie - ARMI LUNGHE

BERTHIER 1892/16

Le Mosqueton





Il moschetto Berthier nasce dall'esigenza di armare con un fucile corto le truppe di artiglieria, a cavallo e di retroguardia, cosa che dal fucile Lebel 1886 non si riuscì ad ottenere. Alla fine del '800 la maggior parte delle nazioni avevano rinnovato il proprio armamento individuale del soldato e il sistema di alimentazione più diffuso era quello di tipo "Mannlicher" dal nome del suo inventore: un caricamento con una lastrina contenente un numero di colpi che veniva inserita nel serbatoio del fucile e una volta camerato l'ultimo colpo cadeva per gravità segnalando la fine delle munizioni e liberando il serbatoio. Un sistema di armamento molto più rapido e pratico rispetto al sistema Kropatschek utilizzato sul Lebel Francese (sistema tubolare che conteneva i colpi sotto la canna inseriti manualmente). Lo stato maggiore Francese incaricò così Adolphe Berthier, che all'epoca era un funzionario della "Compagnie Algerinne des Chemins de Fer de Bon-Guelme", di creare un nuovo fucile corto per l'esercito. Fu così che progettò un'arma su azione e cartuccia Lebel 1886 ma con un sistema di tipo "Mannlicher": nacque così il "Mousqueton Berthier Mod.1892".

Il moschetto Bertier nasceva con una lastrina di caricamento a soli 3 colpi. Prodotto in circa 900.000 pezzi tra il 1892 e il 1918 fu molto apprezzato dai soldati per efficienza e rapidità di caricamento. Vennero fatte delle prove a Mont-Valerien, le quali accertarono che il Berthier sparava 26 colpi in un minuto e 10 secondi, mentre il Lebel ne sparava 21 in un minuto e 34 secondi. Divenne così popolare nell'esercito che vennero richieste delle versioni lunghe per le truppe coloniali indocinesi e senegalesi.

Arrivati allo scoppio della Grande Guerra, l'esercito Francese si accorse del netto svantaggio di un'arma come il Lebel 1886 con caricamento tubolare e dei fucili e moschetti Berthier a soli tre colpi, contro i 5 colpi delle armi dei loro avversari Germanici, quindi nel 1916 decisero di rivedere il progetto del moschetto Berthier 1892: dotarono il moschetto di un prolungamento del sistema di alimentazione sotto la cassa dove usciva la lastrina a tre colpi con un ulteriore serbatoio in metallo, il quale aveva uno sportello che non permetteva la uscita della lastrina una volta camerato l'ultimo colpo e proteggeva i colpi dalla sporcizia; una volta esauriti i colpi bastava aprire lo sportello far cadere la lastrina vuota e inserire quella piena. In questo modo il moschetto Berthier passava da tre colpi ad una lastrina da cinque colpi aumentandone notevolmente la capacità di fuoco. Furono modificate anche la tacca di mira con il mirino, fu introdotto un copricanna in legno e sostituito il materiale con cui veniva creato il calciolo con il legno di latta al posto dell'acciaio. Tali armi arrivarono in ritardo al fronte nonostante le modifiche che cominciarono nel 1917. Infatti si attesta che circa 7500 Moschetti Berthier 1892/16 arrivarono al fronte tra il maggio e il luglio del 1918 partecipando così solo agli ultimi mesi di guerra, come accerta una foto scattata appunto nel 1918 che inquadra un soldato Francese armato di Berthier mod.1892/16.

Nel dopoguerra i moschetti Berthier subirono varie modifiche:

Nel 1927, quasi tutte le carabine comprese le Mod.1916 vennero richiamate in arsenale e venne eliminata la bacchetta di pulizia con la sostituzione di una fascetta recante un gancio per il fascio d'armi e convertite le Mod.1892 rimanenti in mod.92/16.

Nel 1932 furono richiamate di nuovo per una modifica dovuta alla palla di tipo "N" a punta per essere utilizzata nelle armi automatiche in cal.8x50 Lebel anziché la vecchia tipo "D" ogivale, e ne conseguì quindi una alesatura della camera di scoppio e un eventuale cambio della canna o sola modifica della rigatura  per accettare la nuova palla da .325" anziché da .232", marchiando tutti i Berthier con una "N" sulla camera di cartuccia e sulla canna attestante la modifica (la maggior parte fu modificata per questa nuova palla ed è molto difficile reperire un'arma Francese di quel tipo non modificata).

Il Berthier 92/16 e mod.16 rimase in servizio attivo almeno fino al 1940 partecipando così al secondo conflitto mondiale, sostituito poi in parte dal MAS-36. Come spesso accade in guerra, anche questi moschetti furono fatti preda bellica e durante l'occupazione Nazista furono utilizzati dai Tedeschi come arma di seconda linea in alcuni reparti (ne diamo prova con la foto nella galleria fotografica)

Le fabbriche che produssero questo moschetto furono l'arsenale di S.Etienne, di Chatellerault, Continsuoza e Tulle.

Vengono riportati qui sotto alcune foto di esempi di marcature sul fianco sinistro della azione degli arsenali:

- Moschetto Berthier 1890 nato per la cavalleria o corazzieri, modificato in Mod.16, fabbricato a S.Etienne.

- il secondo è un marchio d'origine di un moschetto Berthier Mod.1892 trasformato in un Mod.16

- il terzo è un marchio di un moschetto 1892 modificato in Mod.16, ma in questo caso è stato abraso il nome del fabbricante e il modello per stampigliare solo il punzone "M16".

La carabina in foto è un ex moschetto mod.1892 fabbricato nell'arsenale di S.Etienne e modificata in mod.92/16 nel 1930 dall'arsenale di Chatellerault come ne attesta il punzone sul calcio, la dicitura sul serbatoio e sulla canna "MAC" e l'anno punzonato sempre sulla canna "1930" (Manifacture d'Arme de Chatellerault). In questo esemplare durante la modifica in mod.16 è stato abraso in parte la punzonatura del fabbricante "S.Etienne" per punzonare solo con la dicitura "M16", ma ancora si riescono ad intravedere le quattro lettere iniziali del vecchio punzone. Nel 1932 anche questo moschetto ha subito la modifica per accettare la palla di tipo "N" infatti porta sulla canna e sul castello la punzonatura "N". Il marchio sulla pala del calcio e quello attestante la modifica avvenuta nell'arsenale di Chatellerault è di forma tonda con un cerchio più piccolo all'interno dove sono punzonati il mese e il giorno di fabbrica con l'anno (in questo caso 8 dicembre del 1930) in centro in grosso "MA" (Manifacture d'Arme) la matricola e di una lettera dell'alfabeto (o due in base al blocco di fabbrica) seguita da cinque lettere. Il calcio poteva essere di noce o successivamente di faggio.


L'esercito Francese ebbe una notevole evoluzione dall'inizio della Grande Guerra quando mandarono all'assalto i loro "poilu" con i pantaloni rossi e la giubba blu armati di Lebel 1886 fino a giungere ad una divisa "Blue Horizon" più adatta alle esigenze di guerra con un elmetto denominato "Adrian" al posto di un berretto di stoffa e un'arma sicuramente più alla avanguardia come poteva essere un Berthier M16, se paragonato al suo predecessore.

LA CINGHIA:
La cinghia era di cuoio marrone o dipinta di nero regolabile con una borchia di metallo o di ottone per fermarla nel particolarissimo attacco della cinghia nella fascetta mediana a forma di "anello". Trattandosi di un'arma modificata anche post guerra è congruo sia il modello con fibbia in ottone e sia quello con fibbia in metallo/ferro.

LA BAIONETTA:
La baionetta era una lama lunga 51,3 cm denominata "Baionette mod.1892" era caratterizzata dal "quillon", un voluminoso ricciolo che partiva dalla crociera e si avvolgeva all'insù verso la lama; venne poi tagliato durante la "Grande Guerra" per rendere meno ingombrante e più pratico l'utilizzo. In foto presentiamo la prima versione della baionetta per Berthier 1892 con quillon intatto, rivetti di fissaggio guancette piccoli e materiale composito con polvere di corno e altri materiali. La seconda immagine è invece la corretta e congrua versione per la carabina Berthier qui mostrata (1892/16); ha il quillon accorciato, rivetto grande e guancette in legno, viene identificata come II modello.

CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA: 

Reperibilità 3
Valore Storico 3
Valore nel Tempo 4
Valore di Mercato 2
Stato dell'Arma GRADE B

Per consultare la legenda, clicca qui

Copyright© 2017 - Stefano Pinoni per CoEx


Galleria Fotografica:


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