MANNLICHER 1886
Mannlicher Repetier-Gewher 1886
L’Impero Austriaco era uscito pesantemente sconfitto dalla guerra contro la Prussia del 1866, se la campagna contro l’Italia era stata vittoriosa sia in mare che in terra, la campagna in Boemia si era risolta in un disastro, a tal punto che L’Austria dovette comunque cedere il Veneto al Regno D’Italia. Inoltre, anche a causa della pesante sconfitta, le richieste di Budapest per una maggiore autonomia non poterono più rimanere inascoltate, e l’Impero d’Austria divenne nel 1867, Impero di Austria e Ungheria.
La colpa della pesante sconfitta venne da subito attribuita alla superiorità sul campo del fucile ad ago prussiano Dreyse a retrocarica, che aveva surclassato ampiamente il fucile ad avancarica Lorenz. Nonostante il fucile austriaco avesse una gittata ampiamente maggiore, e l’artiglieria austriaca fosse ritenuta superiore, le fanterie prussiane avevano sempre spazzato via le giubbe bianche dal campo.
Si corse immediatamente ai ripari. Come misura di emergenza si adottò la conversione Wanzl per trasformare rapidamente i Lorenz dall’avancarica alla retrocarica, in modo simile alla conversione Snider inglese. Ma era una soluzione tappabuchi e non del tutto soddisfacente.
L’anno successivo entrò in scena il barone Von Werndl, che propose alla commissione armamenti un fucile a cartuccia metallica con chiusura a blocco rotante. Fucile estremamente semplice ed economico, dalla buona precisione e in calibro ridotto, 11 mm. Non volle soldi per i diritti del suo progetto, atto di generosità e patriottismo abbastanza spiegabile col fatto che la sua fabbrica, la OEWG che poi diventerà Steyr, era la sola in tutto l’impero in grado di produrre il nuovo fucile.
Fucile Werndl mod 1877
L’arma venne immediatamente adottata e mandata in produzione, facendo recuperare all’esercito austroungarico lo svantaggio sulla Prussia in termini di armamento individuale.
Nel 1872 l’esercito del neonato Impero Tedesco iniziò ad essere equipaggiato col fucile Mauser modello 1871, monocolpo ad otturatore girevole scorrevole.
Il fucile tedesco era camerato per la nuova cartuccia 11x60R, decisamente più potente della 11x42R usata nel Werndl. Gli austriaci erano di nuovo in svantaggio.
Il sistema del Werndl tuttavia era decisamente ben fatto, e disponeva di molta robustezza di riserva. Si sviluppò un nuovo calibro, l’11x58R, perfettamente comparabile al calibro tedesco, si introdusse il modello M1877 aggiungendo anche qualche miglioria progettuale e si ricamerarono gran parte dei fucili del vecchio modello, che vennero denominati M1867/77.
Tutto bene…fino al 1884, quando i tedeschi introdussero il modello 1871/84, dotato di caricatore tubolare da 8 colpi.
Qui venne il problema: Se per i tedeschi passare al nuovo modello fu facilissimo essendo il vecchio M1871 già un fucile ad otturatore girevole scorrevole, per gli austriaci le cose non potevano essere altrettanto semplici, essendo il Werndl un arma con funzionamento “a blocco”.
Bisognava creare un fucile radicalmente diverso.
La risposta arrivò dal signor Ferdinand Mannlicher.
Ferdinand Ritter von Mannlicher
Mannlicher progettò un sistema di otturatore che a differenza del Mauser, girevole scorrevole, operava in maniera rettilinea, basandosi su un cuneo di acciaio che chiudendo l’otturatore andava a incastrarsi in un recesso fresato nel receiver, rendendo rapidissimo il movimento di ripetizione dei colpi. A differenza del Mauser 71/48, si poteva addirittura azionare l’otturatore senza togliere il fucile dalla spalla.
Ma l’idea più innovativa di Mannlicher era il sistema si stivaggio delle cartucce nel serbatoio. Invece che essere caricate una ad una nel caricatore tubolare, come nel fucile tedesco che rimaneva quindi un fucile a colpo singolo “con possibilità di usare il caricatore”, nel progetto austriaco le 5 cartucce erano tenute assieme in una gabbietta di acciaio stampato “a perdere” che andava inserita nel serbatoio del fucile e diventava parte integrante del sistema di alimentazione, permettendo di riempire il caricatore con un solo movimento, rendendo il fucile una vera e propria arma a ripetizione a tutti gli effetti. Il calibro restava il vecchio 11x58R Werndl.
Nel modello sperimentale 1885, il pacchetto era caricato da una molla sul fondo del serbatoio che ne assicurava l’espulsione dall’alto una volta estratto l’ultimo bossolo, in maniera analoga all’M1 Garand, che fu a tutti gli effetti l’ultimo fucile con alimentazione Mannlicher.
Sistema sperimentale Mannlicher 1885, con espulsione del pacchetto esausto dall’alto.
Lastrine di caricamento Mannlicher per la serie 1885/1886/1888. La lastrina del modello sperimentale 1885, fu ritenuta semplificabile e sostituita nel modello 1886, dove anzichè venire espulsa dall’alto in maniera del tutto analoga all’M1 Garand, cadeva dal fondo del serbatoio una volta camerata l’ultima cartuccia.
Furono prodotti meno di 5000 modelli 1885 con relative baionette, per i test dell’esercito. Da questi test emerse che l’otturatore e il sistema di ripetizione funzionavano in maniera impeccabile, ma la lastrina poteva essere semplificata, così come il sistema di espulsione delle lastrine esauste.
Si passò quindi al progetto definitivo, il modello 1886. Le differenze sostanziali erano la modifica al sistema di espulsione della lastrina, che cadeva semplicemente da un’apertura nel fondo del serbatoio quando vuota, l’abolizione della bacchetta di pulizia che veniva sostituita con il perno per il fascio d’armi, e il posizionamento del dente di aggancio per la baionetta a sinistra anziché a destra, per non disturbare la visuale al tiratore quando si utilizzavano le mire per la lunga distanza.
Sistema Mannlicher, progetto definitivo. Nel disegno è mostrato il modello 1888, che differiva dal 1886 esclusivamente per il calibro ridotto e il serbatoio meno sporgente.
Il calibro 11x58R venne mantenuto, fu introdotta la “Scharfe Patrone M/86” che a differenza della precedente M/77 era caricata leggermente più potente, grazie alla maggiore robustezza dell’azione Mannlicher.
Al momento della sua adozione, il modello 1886 era il fucile più avanzato al mondo, tuttavia detenne il primato solo per pochi mesi. Infatti lo stesso anno, i Francesi adottarono ufficialmente il “loro” modello 1886, il celebre Lebel calibro 8 mm.
Dal punto di vista progettuale e meccanico questo fucile non era niente di innovativo, utilizzava lo stesso sistema di ripetizione a caricatore tubolare del Mauser 71/84, decisamente inferiore al sistema Mannlicher per i già detti motivi. Quello che rendeva rivoluzionario questo fucile era la sua munizione, o almeno il suo propellente, la cosiddetta “polvere Vieille”, una mistura chimica che bruciava lasciando pochissimi residui e soprattutto non faceva fumo. Questa polvere, unita al calibro relativamente piccolo, permetteva traiettorie estremamente più tese rispetto ai vecchi 11 mm a polvere nera.
Tutti gli stati europei corsero ai ripari, e più o meno tutti ne uscirono con progetti migliori rispetto al Lebel, inevitabilmente legato al suo sistema di ripetizione tubolare. In tantissimi adottarono il brevetto di Mannlicher, ma se l’azione rettilinea non ebbe tanto seguito al di fuori dell’impero austroungarico, il sistema a pacchetto integrale fu invece molto apprezzato, e adottato dagli eserciti di Germania, Italia Olanda e Romania, e infine dagli stessi francesi, quando finalmente si decisero ad abbandonare il sistema tubolare. Più avanti fu riscoperto dagli Americani nell’M1 Garand.
I 1886 furono in massima parte convertiti in 8x50R, il calibro austriaco a polvere infume, nella configurazione 1886/90, gli esemplari in calibro originale che presentano marchi di accettazione Austriaci sono rarissimi ed estremamente ricercati. Meno rari sono invece i fucili modello 1886 in calibro 11x58R costruiti per l’esportazione, principalmente per la Romania, il Cile e l’Ecuador, che seppur identici in tutto e per tutto alla versione militare austriaca, non presentano i marchi di accettazione asburgici. Molti di questi fucili videro azione nella Guerra Civile Cilena, combattuta nel 1891, dove entrambe le forze contrapposte erano armate con fucili austriaci. In particolare le forze fedeli all’ammiraglio Montt catturarono una nave mercantile carica dei nuovi fucili modello 1888 diretti alle forze governative, dopo la cattura, usarono quei fucili per sbaragliare le forze avversarie a cui le armi erano originariamente destinate. Il mio esemplare è un “reduce” di quella guerra, anche se impossibile dire da quale delle due parti fosse schierato.
Si può quindi concludere la disquisizione dicendo che il modello 1886, per quanto interessante dal punto di vista meccanico e storico nel suo piccolo, non è altro che un piccolo passo di quella che fu la corsa agli armamenti che interessò l’Europa nella seconda metà del 1800 e che terminò nella Grande Guerra.
LA BAIONETTA:
Primo modello tipo "Yatagan".
I CONGEGNI DI MIRA:
Congegno per il tiro alle lunghe distanze in posizione estesa. Le distanze segnate a destra sono riferite al volley sight, e vanno da 1600 a 2300 passi
Tacca di mira per le lunghe distanze
Metodo di utilizzo delle mire per lunghe distanze
CURIOSITA':
Iscrizione religiosa sulla pala del calcio, immagine modificata al computer per rendere più evidente il disegno, una croce cristiana e le iniziali JC (Jesùs Christo, o magari semplicemente Juan Carlos…chissà!)
MUNIZIONAMENTO:
Pacchetti di caricamento, con cartucce ricaricate in casa. Trovare le lastrine per l’11x58R è estremamente difficile
A completamento di questo argomento è possibile trovare informazioni su tiro e ricarica del fucile Mannlicher 1886 nell'apposita scheda. (clicca qui)
CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA:
Reperibilità | 4 |
Valore Storico | 3 |
Valore nel Tempo | 3 |
Valore di Mercato | 3 |
Stato dell'Arma | GRADE C |
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