GRUPPO FACEBOOK

PAGINA UFFICIALE

categorie - ARMI LUNGHE

CARCANO 91/38 TS

Il nuovo modello per le Truppe Speciali





Il moschetto Mod.1891 per Truppe Speciali affonda le sue origini nel lontano 1898, quando per esigenze di reparti appunto detti “Speciali” (Artiglieri, Mitraglieri, Genieri, Telegrafisti, Bersaglieri Ciclisti...) nacque l’esigenza di un fucile più corto e maneggevole di quello in dotazione alla Fanteria. Negli anni ’30, dopo l’adozione dei Moschetti Mod.91/24 ricavati da vecchi ’91 lunghi usurati reduci della “Grande Guerra” e del suo successore il Moschetto Mod.91/28, vennero avviati studi per creare un’arma che utilizzasse la stessa azione Mod.1891, ma che al tempo stesso fosse più adatta alle esigenze belliche del tempo. Fu così che nel 1938 ebbero vita una serie di armi, tra cui il Fucile corto per la Fanteria, il moschetto per T.S. e il moschetto da Cavalleria, denominate “Carcano Mod.38” nel nuovo e più performante Cal.7,35x51, al posto del vecchio 6,5x52 considerato superato. Il nuovo moschetto Mod.38 T.S. che manteneva tutta la rusticità e praticità dell’azione Mod.91, esteriormente somigliava molto al suo predecessore il Mod.91/28 ma ne differiva per alcuni aspetti rivoluzionari all’epoca: venne sostituita la vecchia tacca di mira ad alzo a quadrante, regolata da 400 a 1500mt, con ritto abbattibile che scopriva la tacca di mira da “combattimento” tarata a 300mt. Si passava ad una tacca di mira “fissa” da combattimento, non regolabile esatta per 200mt. Venne così dimostrato che i combattimenti si svolgevano distanze brevi e non vi era più impiego di tiri a lunghe distanze, retaggio di tempi passati; La camera di cartuccia non venne più prodotta con tre facce, ma venne semplificata “arrotondandola” e la canna adottò un nuovo passo di rigatura “costante” abbandonando il vecchio passo di rigatura così detto “progressivo” che caratterizzava i vecchi modelli precedenti in calibro 6,5; Inoltre il nuovo calibro in 7,35x51 risultava più performante, moderno del vecchio 6,5x52. Venne poi punzonata la iniziale del calibro “7,35” sia sulla tacca di mira e per intero sulla parte sinistra della pala del calcio prima del cartiglio per identificarne subito il calibro. Nel moschetto Mod.38 T.S. venne mantenuto il vecchio modello di sciabola-baionetta Mod.1891 in modo da poter riutilizzarle anche le vecchie baionette. Gli attacchi per la cinghia erano solo inferiori, mentre solo i Moschetti 38 T.S. derivanti dalla trasformazione dei vecchi Mod.91/28 mantenevano la calciatura con il doppio attacco della cinghia. La produzione di tale moschetto fu affidata alla Beretta, all’arsenale di Gardone e alla FNA di Brescia.

Alcune differenze tra il modello in calibro 7,35 (in alto) e il modello in calibro 6,5 (sotto):

 

Ora le differenze nella volata e nelle munizioni. A sinistra il modello 38TS in 7,35, mentre a destra il 91/38TS in 6,5.

 

 

La guerra era alle porte, l’Italia vi prese parte nel 1940, e fu in quel momento che gli stati maggiori si resero conto dello scarso approvvigionamento logistico del nuovo calibro in 7,35x51 adottato solo due anni prima, mentre le scorte di munizionamento in Cal.6,5x52 abbondavano in grandi quantità, visto il lungo servizio di tale munizione e la massiccia produzione negli anni precedenti. Vista l’emergenza in cui l’Italia si trovava si decise di ritornare al vecchio 6,5x52, ma di continuare a mantenere la linea delle armi Mod.38 che vennero rinominate Mod.91/38 (“91” per indicare il ritorno alle caratteristiche del precedente modello). Fu così che i nuovi Moschetti Mod.91/38 T.S. tornarono ad avere una canna con passo di rigatura “progressivo” mantenendo la tacca di mira “fissa” da combattimento tarata però per la distanza esatta di 300mt.

Naturalmente vennero apposte le iniziali del Cal.6,5 sulla tacca di mira per non confonderli con i moschetti T.S. in Cal.7,35 ma non venne apposto il calibro sulla pala del calcio a differenza dei Mod.38 T.S. 

 

LA PRODUZIONE:
Il Moschetto Mod.91/38 T.S. venne inizialmente prodotto dalla Beretta che ne produsse circa un totale di 66.000 esemplari dal 1940 al 1943, punzonando sulla camera di cartuccia il nome  dell’arsenale “Beretta Gardone” l’anno, l’era Fascista e la matricola. Anche la F.N.A di Brescia (Fabbrica Nazionale d’Armi di Brescia), sempre dal 1940 al 1943, ne produsse circa 131.000 esemplari apponendo sulla camera di cartuccia il punzone dell’arsenale “F.N.A-Brescia”, l’anno, l’era Fascista e la matricola; dall’anno 1943 dal blocco matricolare RA01001-RA89999 non viene più punzonato l’anno e l’era Fascista (su alcuni esemplari nemmeno il punzone del calibro sulla tacca di mira), ma solo la matricola e la dicitura “F.N.A.-B” per necessità belliche di velocizzazione della produzione.

Fu così che le Truppe Speciali del Regio Esercito Italiano affrontarono la seconda guerra mondiale con un Moschetto “Nuovo” ma allo stesso tempo “vecchio” date le esigenze logistiche che spinsero l’Italia a riportare il Cal.6,5x52 in prima linea.

 

IL MODELLO MOSTRATO:
Il Moschetto Mod.91/38 T.S. in foto è stato prodotto dalla F.N.A. di Brescia nel 1940 “XVIII” anno dell’era Fascista. Porta punzonato il calibro sulla tacca di mira “Cal. 6,5”. Monta un calcio in faggio con un cartiglio tondo sulla parte sinistra della pala del calcio dell’arsenale della Beretta riportante le scritte: “Beretta Gardone V.T.” e al centro in piccolo l’anno cristiano e l’era Fascista. Il calciolo e quello tipico dei Moschetti T.S. leggermente bombato verso l’esterno.

 

 

LA CINGHIA:
questo Moschetto monta una cinghia in cuoio larga 22mm con ardiglione in ferro o in ottone, utilizzata anche dal Moschetto per Cavalleria. È congrua anche la cinghia in cuoio a regolazione con cursore adottata durante la guerra oppure il modello a due bottoni del 1891 larga 30mm.

 

 

LA BAIONETTA:
Come già detto la baionetta adottata e quella classica del Mod.1891 sciabola-baionetta. Al Moschetto Mod.91/38 T.S. in 6,5 si addice una baionetta prodotta negli anni ’40 come quella in foto con punzonato l’arsenale sulla crociera con tasca Grigio-Verde e fodero in cuoio con fornimenti in metallo o di ottone.

 

Infine si vuol citare a ricordo in questa scheda il bisNonno di Stefano Pinoni, autore di questo articolo; il Caporale Francesco Pinoni classe 1906, richiamato alle armi il 17 agosto del 1943 al Deposito del 3° Regg.”Genio Guastatori” in Pavia. Sbandatosi dopo i fatti dell’8 settembre del 1943 e Catturato dai Tedeschi il 9 settembre non accettò di continuare a combattere con loro, fu così deportato in un campo di lavoro per internati militari nella Westfalia in Germania e venne liberato dalle “Nazioni Unite” il 13 aprile del 1945. Unico triste ma fondamentale documento è la cartolina militare che scrisse alla moglie dopo la cattura, prima della deportazione, per farle sapere che stava bene ed era prigioniero e di salutare i figli. La cartolina raffigura due soldati del Genio con sottostante il motto del reggimento “Nulla a noi è di ostacolo” uno dei quali è raffigurato con un Carcano Mod.91/38 T.S. stilizzato con baionetta inastata.

 

CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA:

Reperibilità 2
Valore Storico 3
Valore nel Tempo 3
Valore di Mercato 2
Stato dell'Arma GRADE B+

Per consultare la legenda, clicca qui

Copyright©2021 - Stefano Pinoni per CoEx


condividi: