GARAND T2
Il fucile della Naja
La decisone di modificare il fucile modello M1 Garand fu presa nel 1954 con l'adozione del Cal.7,62x51 NATO, che l'Alleanza Atlantica impose agli stati membri per uniformare il munizionamento in dotazione alle forze armate. Questo fatto portò alla riprogettazione di armi automatiche con la nuova munizione in molti suoi stati membri. L'Italia, in questo modo, progettò l'ottimo "FAL BM59", partendo dalla modifica del fucile Garand. Si ritenne però opportuno modificare anche le vecchie armi in dotazione all’esercito, si pensò così di convertire i molti M1 Garand in Cal.30-06 in dotazione fin dal 1951.
A questo scopo, l'arsenale di Terni venne incaricato dello studio per apportare tali modifiche, ai Garand presenti nelle armerie. Il nuovo calibro 7,62x51 non differiva molto dal calibro 7,62x63 (30-06) che avrebbe sostituito, essendoci uno scarto di soli 12mm fu un lavoro che non risultò eccessivamente difficile e costoso.
le due munizioni a confronto
La prima decisione presa, fu quella di cambiare per intero la canna e di sostituirla con una nuova nel Cal.7,62x51 (stessa cosa fecero gli Stati Uniti con i loro Garand destinati alla Marina). Venne quindi sistemata la nuova canna in sede, furono limati gli spigoli interni e fu apposto un blocchetto prismatico che fungeva da rampa per l'ingresso del colpo in camera di cartuccia (ricordiamo che il 7,62 NATO era più corto del 30-06 e necessitava perciò di un supporto che lo aiutasse ad essere camerato), tale modifica venne denominata "Fucile s.a. Garand Tipo 1". Questo sistema di modificare i fucili Garand durò molto poco, per la precisione circa un anno dal 1963 al 1964, e coinvolse circa un migliaio di fucili. Tale soluzione risultò, fin da subito, molto costosa e così in breve tempo ci fu la necessità di trovare una soluzione più economica che potesse permettere di recuperare le vecchie componenti dei Garand in 30-06, comprese le calciature. I responsabili dell'arsenale di Terni pensarono di recuperare le vecchie canne dei Garand semplicemente accorciandole di 12mm dalla parte della camera di cartuccia. Allungando, poi, il filetto per unirlo al castello, rialesando la camera di cartuccia e accorciando di conseguenza l'asta di armamento, la molla di recupero, l'astina copricanna superiore e la parte anteriore della calciatura. Tutte queste modifiche apportate portarono a denominare il nuovo fucile "Fucile s.a. Garand Tipo 2". Questo metodo fu quello maggiormente utilizzato, vista la facilità di recupero delle parti e il conseguente risparmio nella produzione di nuove componenti. Durante la fase di modifica, venivano smontati completamente i Garand, ammucchiando le varie componenti divise l'una dall'altra, e una volta ultimata la fase di modifica della canna al nuovo calibro, il fucile veniva riassemblato con vari pezzi senza un'apparente logica. Per fare un solo esempio, si possono trovare Garand T2 con reicever "Springfield" ma con canna della "Winchester" oppure viceversa. Sono molti i casi di fucili con varie combinazioni di pezzi anche di produzione italiana, quindi anche con gli otturatori, le diottre, le calciature di produttori diversi. Quest'ultime infatti, vennero ricavate anche da vecchie calciature di Garand americani, ricondizionandole e accorciandole a dovere; è infatti possibile distinguerle grazie ai punzoni di accettazione americani a volte ancora abbastanza visibili (Es. "P" cerciata sotto l'impugnatura). Vennero poi create delle calciature ex novo della giusta dimensione dall'arsenale di Terni e dalla Meccanica Trentina. La conversione a tale modello si pensa che sia iniziata tra il 1964/65 ed è durata sino al 1978 compreso. L'ammontare complessivo di modifiche al "Tipo 2" è di circa 60.000 fucili (si calcola che altrettanti Garand furono modificati in BM59).
Qui di seguito un confronto tra un M1 Garand Tipo 1 (sopra) e un M1 Garand Tipo 2 (sotto) con canna accorciata di 1,2cm.
Un'altra modifica che interessò il fucile Tipo 2 è quella del reicever: venne cancellata la denominazione del vecchio calibro "30 M1" apponendo poi sulla parte appena sotto la diottra la dicitura "7,62-2 in cui il "2" sta proprio a significare la variante Tipo 2. La stessa punzonatura veniva apposta sull'asta di armamento, una volta accorciata per distinguerla da quelle per il Cal.30-06 o quelle del Tipo 1.
Particolare del reciver con l'asportazione della scritta "cal 30 M1" e apposizione della nuova dicitura "7.62-2"
Le baionette utilizzate sono sempre le medesime: il modello M1 di produzione americana, la versione corta M5A1 e i modelli prodotti ex novo in Italia identici alla versione americana. I foderi, invece, vennero prodotti inizialmente con puntale delle baionette del Mod.1891 e fodero in cuoio, solo successivamente con fodero in fibra sintetica verde denominato M7. Le baionette di produzione italiana montavano guancette sia in plastica nera che in legno, mentre i foderi vennero prodotti con un passante in tela da applicare al cinturone Mod.1937 di derivazione Inglese.
Il Garand "Tipo 2" entrò in servizio attivo solo dal 1969 per poi andare in "pensione" dal 1996, anno in cui cominciò la sua radiazione.
Il Garand T2 presentato in questa scheda monta un reicever di produzione Italiana dell'arsenale "Breda Meccanica Romana", che produsse gli M1 Garand nei primi anni '50 per un numero complessivo di circa 25 mila pezzi, al quale hanno accoppiato, durante la modifica al nuovo calibro, una canna di produzione americana dell'arsenale di Springfield Armory datata "agosto del 1943" (SA 8-43). Si può, facilmente, notare la dicitura della modifica impressa sulla canna "7,62/2” seguito dalle ultime due cifre dell'anno in cui è avvenuta la modifica, in questo caso il 1978 (78). Poco più avanti, sotto la vecchia data di produzione americana si può notare il punzone "FAT78" (Fabbrica Armi Terni 1978).
marcature sulla canna Springfield
Esempio di canna Breda Siderurgica in cal. 30-06
La calciatura deriva dall’accorciamento e dal ricondizionamento da una originale americana, presenta infatti il vecchio punzone di accettazione d'arsenale "P" nel cerchio. Si può notare sulla parte sinistra della pala del calcio che è stato apposto il punzone "FAT71" dell'arsenale di Terni, che ne certifica la modifica effettuata.
marcature sul calcio
La cinghia montata è quella classica di produzione Italiana, derivata dal modello americano in canapa, utilizzata durante la seconda guerra mondiale con ganascia in metallo e fibbia per la regolazione inferiore. Questa si distingue anche per le tre coppie di borchie applicate lungo di essa, che fungono da riferimento per il tiro con la bomba da fucile. Tale modello fu anche utilizzato sul fucile FAL BM59.
Il Garand T2 fu la variante maggiormente modificata e quindi la più utilizzata dai soldati durante il loro anno di Naja, e oggi è un simbolo nostalgico per tutti coloro che fecero il servizio militare dal 1969 fino alla fine degli anni '90.
Confronto tra Garand T2 e BM59
CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA:
Reperibilità | 3 |
Valore Storico | 3 |
Valore nel Tempo | 3 |
Valore di Mercato | 4 |
Stato dell'Arma | GRADE A- |
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