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categorie - ARMI LUNGHE

MOSIN NAGANT FINNICI -CANNA B-





Nel 1918, a seguito della Rivoluzione d’ottobre, la Finlandia ottiene lo status di nazione indipendente. Dopo una breve guerra civile tra i comunisti e i “bianchi”, e la vittoria di questi ultimi, il neonato stato Baltico si ritrova baluardo esposto ad un eventuale riannessione con la forza da parte dell’immenso vicino sovietico. 

A livello di armamenti, la situazione non è delle più rosee, i soldi sono pochi, le capacità industriali scarse e bisogna arrangiarsi con quel poco che si ha, ovvero un bel mucchio di Mosin Nagant M1891. E’ un fucile valido e incredibilmente robusto, ma i Finlandesi, da sempre popolo di grandi tiratori, capiscono subito che con un poco di “tuning” ci si può tirare fuori di assai meglio.
Nel 1924, a seguito delle richieste della Guardia Nazionale (quando si parla delle armi finniche occorre sempre ricordare che Esercito e Guardia Nazionale erano due istituzioni assai indipendenti tra loro anche in fatto di capitolati relativi agli armamenti), iniziano la produzione del modello M24,  stessa base e design del vecchio 1891 ma dotato di una canna molto più pesante, canne prodotte dalla svizzera SIG e dalla tedesca Bohler Stahl, dato che i finnici non dispongono ancora delle capacità industriali per poter contare sulla produzione domestica. Per ottenere il massimo della precisione si rivedono gli scatti, si migliora il “bedding” , spessorando le azioni nei punti di contatto col calcio e rendendo le canne più flottanti possibile, si mette mano agli organi di mira per abbassare lo zero a 150 o 200 metri (alcuni non risultano nemmeno modificati) e aggiungendo la scala in metri sugli alzi Konovalov, precedentemente in Arshin e con alzo base 300 metri.
Come ultimo dettaglio, i Finlandesi non adottano il calibro russo pari pari, ma aggiungono qualche modifica dimensionale, la più significativa era sicuramente nella foratura delle canne, che da capitolato finlandese risultavano più strette a .299 nei pieni e .309 nei vuoti contro il classico .303 / .311 delle canne russe.
Dopo la breve parentesi della serie “P” ovvero i modelli dotati di canne ritubate col metodo “Salerno” i finlandesi decidono di volersi distaccare completamente dal modello 1891 e di puntare su un design tutto loro, che caratterizzerà tutte le seguenti produzioni domestiche.

 

Fucile modello M27

I modelli M27 e M28 rappresentano un notevole passo avanti nel design rispetto agli M24 e la serie P: in questi modelli ormai l’unico elemento che riporta al progenitore (oltre alle azioni che restano sempre quelle) sta nel vetusto alzo Konovalov, arcaico e capace solo di incrementi grossolani, del quale i soldati chiedono a gran voce la sostituzione con qualcosa di più raffinato e moderno.

La risposta arrivò dal capitano Harry Mansner della Guardia Civile, che progettò un alzo estremamente robusto e con regolazioni fini, che venne installato sul modello M28/30 per la Guardia Civile.


Il superlativo alzo progettato da Harry Mansner e installato sul modello M28/30


Arrivati a questo punto, anche l’esercito, ancora armato in massima parte di fucili modello 1891, iniziò a fare pressioni per adottare un fucile simile. Si pensò allora di adottare finalmente un modello unificato, che potesse soddisfare le esigenze di tutte le forze armate. 

Si dovette scendere a un compromesso: La Guardia Nazionale non voleva in alcun modo rinunciare alle prestazioni date dal M28/30 e cedette su alcuni punti, quali la canna pesante, soltanto quando fu dimostrato che il nuovo modello era capace di una precisione del tutto analoga. La canna tornò quindi agli standard dimensionali del M91, anche se ovviamente accorciata, la calciatura si irrobustì e si ammodernò aggiungendo al classico calcio dritto del Mosin una moderna impugnatura a pistola stile “Principe di Galles” che favoriva una presa più salda. Come organi di mira venne mantenuto il superbo alzo di Harry Mansner migliorato con il riferimento base a 150 metri anziché 200 come nel 28/30 e per poter soddisfare tutte le branche delle forze armate, fu previsto un doppio attacco per la cinghia, classico per la fanteria e laterale per artiglieria, cavalleria e truppe sciatrici. Ultimo dettaglio, furono cambiati leggermente i capitolati sul dimensionamento interno della canna, che tornò ad avvicinarsi molto ai capitolati russi nel diametro risultando forate a .302 nei pieni e .310 nei vuoti.


Era il 1939, e il nuovo modello assunse quindi la denominazione di M39.

 

I “B Barrel”

Allo scoppio della Guerra d’Inverno, la produzione del nuovo modello era ancora in altissimo mare e ne erano stati prodotti una quantità irrilevante. Come disposizione di emergenza la VKT (Valmet) e la Tikkakoski (Tikka) si ributtano a capofitto nella produzione del vecchio M1891. Vengono ordinate canne grezze anche all’estero, in particolare dalla VKT viene fatto un ordine per 13 000 canne per M1891 in Belgio. A causa di ritardi dovuti alle vicissitudini storiche dei mesi a venire, l’ordine venne espletato solo nel 1942, usando materiale fornito direttamente dal governo Finlandese.
A quel punto tuttavia venne deciso che parte delle canne sarebbero state rilavorate sugli standard M39, in una proporzione del 50 e 50. A fine del processo di foratura e lavorazione delle canne presso l’arsenale finlandese tuttavia, si andava sempre più delineando il fatto che ormai l’M91 fosse un fucile veramente arcaico ed era preferibile concentrarsi sul modello più moderno. Fu stabilito quindi che 3000 canne già completate sullo standard M91 venissero tagliate e riassemblate per farne fucili M39. Queste canne hanno la particolarità di avere il marchio di accettazione dell’esercito, il famoso “SA Boxed” parzialmente coperto dalla base dell’alzo..

A sinistra, M39B completato come tale (SA interamente visibile), a destra, fucile nato accorciando una canna M91 (SA parzialmente coperto dalla base dell’alzo)
Foto prese in rete: molto interessante il fucile di destra in quanto assemblato usando una culatta di un M91 ex preda bellica austriaca.

 

Ovviamente essendo stati tutti forati come da vecchio capitolato finlandese, sia gli M91 che gli M39 “B” hanno la canna a .299 nei pieni e .309 nei vuoti, questo dal punto di vista del moderno tiratore di Ex ordinanza è un dono dal cielo in quanto consentono di usare con eccellenti risultati le comunissime palle in .308 senza dover usare le più rare .311 preferite da quasi tutti gli M39 di altra fattura.

Un ultima curiosità, i Mosin “canna B” sono noti oltreoceano per le cosiddette “Plum Barrels”, in quanto molte armi presentano la caratteristica peculiare di avere le canne color prugna. Le teorie che spiegherebbero questa caratteristica sono molteplici, le più quotate sono l’acciaio ad alto tenore di nichel ma soprattutto un processo di finitura frettoloso che ha conferito un’estrema variabilità al risultato finale, si va dalle canne correttamente finite al blu fino ad alcune di colore quasi rosso.   

Arrivati qui, vediamo nel dettaglio qualche foto dei due esemplari in mio possesso:

Vista dall’alto dei due fucili: sopra l’M91 e sotto l’M39
 
 

Dettaglio dei marchi sulla canna dell’M39, guardando il punzone SA mezzo coperto si deduce che fosse uno dei 3000 finiti come M91 e poi riadattati come M39. Notare anche il robusto e moderno alzo Mansner con rampa graduata da 150 a 1000 metri con regolazioni fini intermedie

 

Notare come l’M91 abbia la canna correttamente finita al blu mentre l’M39 abbia una tonalità di color prugna

 

Dettaglio del’alzo Konovalov sul M91: gli è stata adattata una placchetta simile a quella che si vede sui modelli M27 per rendere la mira più fine, modifica non comune sugli M91.

 

Le due scale dell’alzo Konovalov: a sinistra la vecchia gradazione in passi imperiali (Arshini) sul lato sinistro; a destra invece la scala rivista con le distanze in metri sul lato destro della base.

 

Punzonature Remington sul gruppo culatta-otturatore del M39, ricordiamo che i finlandesi non hanno mai prodotto azioni Mosin, si sono sempre limitati a riutilizzare quelle vecchie, in questo caso quella di un vecchio M91 contratto americano. Si vede il vecchio numero di matricola americano sormontato dal nuovo numero di matricola finlandese, in caratteri molto più spartani. Il gruppo serbatoio invece proviene da un 91/30 Izhevsk di preda bellica

 

Punzonature sul M91. Rispetto all’M39 è un “fritto misto”: il “cocking piece” proviene da un 91/30 Izhevsk di preda bellica mentre tutto il resto, incluso il gruppo serbatoio, porta i marchi sempre di Izhevsk però di periodo imperiale.

 

Una delle cose che più adoro dei fucili finlandesi, gli accoppiamenti del calcio di betulla artica in due pezzi.
A sinistra l’elegante stile prebellico sul calcio dell’M91, mentre a destra il più spartano stile postbellico sul calcio dell’M39 (i cerchi che si intravedono sono una riparazione di arsenale per togliere un nodo o qualche piccola imperfezione del legno, i finlandesi non buttavano via niente)

 

Marchio del fabbricante finlandese sul calcio del M91. L’M39 invece non riporta alcun marchio.

 

Cinghia in cordura dell’M39. L’M91 monta la più classica in cuoio

 

Prova di foratura dei pieni usando come tampone passa/non passa una palla 7.35 Carcano forata .300, al tampone a piombo entrambe le canne sono esattamente .309 nei vuoti di rigatura. Questo consente di usare in fase di ricarica le palle in .308, molto più facili da reperire delle .311 che invece vanno usate sui fucili russi

 

 

Risultati al tiro con i due fucili

 

CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA:

Reperibilità 4
Valore Storico 3
Valore nel Tempo 3
Valore di Mercato 3
Stato dell'Arma GRADE B entrambi

Per consultare la legenda, clicca qui

Copyright© 2018 - Andrea Cuoghi per CoEx

 

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