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categorie - ARMI LUNGHE

PPS-43

ППС - Пистолет-пулемёт Дудаева / PPS - Pistolet-pulemyot Sudaëva





Nel corso del 1942 l’Unione Sovietica si trovava nel pieno della guerra, e di conseguenza nel vivo della produzione bellica, quindi i vertici dell’apparato militare sovietico richiesero ai propri ingegneri di sviluppare una nuova pistola mitragliatrice, incamerata nell’ormai noto 7,62x25 Tokarev. Questa nuova arma doveva soddisfare due principali requisiti: doveva essere più facile, economica e veloce da produrre rispetto al già diffuso PPSh-41 ed essere più leggera e maneggevole per poter essere destinata ai reparti meccanizzati.

 

La lettera qui sopra riportata è un messaggio per il Maggior-Generale Hohlov, comandante del GAU, scritta dal Maggiore-Generale Lebedev in cui si annotano i requisiti legati alla scarsa maneggevolezza del PPSh-41:


“ …Utilizzato dagli equipaggi dei carri armati, la pistola mitragliatrice PPSh è un’arma necessaria al carrista, tuttavia l’uso di quest’ultima è scomodo. Il caricatore a disco è ingombrante e crea disagio durante il lavoro, inoltre il calcio interferisce durante l’abbandono del carro armato. L’ideale sarebbe una pistola mitragliatrice con un caricatore lineare da 25-30 cartucce e un calcio pieghevole come nelle pistole mitragliatrici tedesche.
Chiedo quindi di istruire l’ ArtKom GAU [Tradotti come: Comitato dell’Artiglieria, organo del Dipartimento principale dell’artiglieria, o meglio Commissione per gli Armamenti] per iniziare lo sviluppo e il miglioramento delle armi destinate agli equipaggi dei carri armati secondo le specifiche sopra riportate.”

Come si può quindi notare la necessità di una pistola mitragliatrice più maneggevole da fornire alle truppe meccanizzate era una questione ufficiale, ma perché allora non modificare le PPSh-41 già in produzione?
Questa domanda ci permette di comprendere meglio l’altro requisito: il problema principale della PPSh-41 era che nonostante fosse un’arma semplice, necessitava comunque di un minimo di macchinari e manodopera specializzati per la produzione di alcune parti, tra cui il noto e caratteristico caricatore a tamburo il quale doveva essere fabbricato seguendo delle precise tolleranze per evitare l’inceppamento dello stesso e quindi dell’arma; di conseguenza le poche fabbriche capaci di farlo dovevano sobbarcarsi il peso di tutta la produzione di PPSh per l’esercito.
Nel ’42 venne preso in esame dalla commissione di Sudaev un prototipo di pistola mitragliatrice proposto dal tenente Dzerzhinsky Bezruchko-Vysotsk, il quale venne modificato per adattarlo alla produzione di massa non specializzata.

Prototipo del PPP-42, l’arma proposta da Bezruchko-Vysotsk nel ’42 alla commissione di Sudaev 

 

Tra l’aprile e il maggio 1942 Sudaev fece testare il suo primo prototipo che già diede prova di essere un’arma eccezionale, vennero comunque richieste alcune modifiche minori per agevolare ulteriormente la produzione e nel luglio del ‘42 si conclusero gli ultimi test in cui il PPS veniva confrontato ai vari prototipi in gara oltre che al più vecchio PPD-40, al PPSh-41 e al nemico e diretto rivale Mp-40.
La Commisione decretò il PPS il migliore sul campo, e in particolare migliore rispetto al Mp-40 data la velocità del proiettile alla bocca più elevata (rendendo quindi più facili i tiri a lunghe distanze grazie alla traiettoria più tesa del 7,62 Tokarev), aveva un rivestimento esterno alla canna che evitava il contatto diretto con essa proteggendo il tiratore da possibili ustioni dopo lunghe sessioni di fuoco a raffica, ed era di almeno mezzo chilo più leggero. Venne quindi adottato come PPS-42 (Pistolet-Pulemyot Sudaeva 1942, Pistola mitragliatrice di Sudaev modello 1942) e la produzione avviata direttamente a Leningrado, dove ne furono costruiti circa 45 000, prima di passare alla produzione standardizzata di quello che sarà il PPS-43 (le differenze tra il modello del 42 e quello del 43 stanno in alcuni dettagli legati più alla produzione che all’arma in se, tuttavia i dettagli più evidenti sono il calcio accorciato di 6 cm, e la canna ridotta di circa 2 cm, per una riduzione della lunghezza totale di circa 8 cm).

Seppur l’arma di Sudaev facesse risparmiare più della metà del materiale necessario (circa 6 kg di acciaio necessari per arma rispetto ai 13 per quella di Shpagin) e circa un terzo del tempo (contro le quasi 7 ore necessarie per produrre un PPSh, ne bastavano 2 e mezza per produrre un PPS); la produzione del PPS-43 venne lanciata in parallelo rispetto a quella del PPSh-41, perché l’investimento in macchinari e manodopera necessario a raggiungere oltre il milione di PPSh-41 prodotti l’anno era stato tale da rendere illogico un così drastico cambio di rotta. In totale sono stati prodotti circa 2 milioni di esemplari solo dall’Unione Sovietica, escluse quindi le copie quali: gli M/44 finlandesi, i Wz.1943/52 polacchi, i Type43 cinesi e le Dux 53 e 59 spagnole.

In conclusione il PPS-43, come molte armi sovietiche che vennero prima o dopo di lei, è ancora una volta l’esempio perfetto per dimostrare l’efficienza dell’apparato militare sovietico che, seppur a corto di tempo, risorse e sviluppo tecnologico, riuscì a dar vita a une delle migliori pistole mitragliatrici del ‘900. Il PPS-43 ha visto non solo il teatro di guerra europeo della Seconda Guerra Mondiale, ma è arrivato in Corea, Vietnam, Afghanistan, nell’Africa postcoloniale e altre zone di guerra in tutto il mondo.

Caratteristiche tecniche:

Munizione incamerata 7,62x25mm Tokarev in caricatori bifilari da 35 cartucce
Rateo di fuoco 600 colpi al minuto
Peso 3,04 kg
Lunghezza (calcio chiuso/aperto) 615-820mm
Funzionamento otturatore aperto, percussore fisso
Modalità di fuoco automatica e sicura                 

 

CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA:

Reperibilità NON REPERIBILE IL MODELLO RUSSO
Valore Storico 4
Valore nel Tempo 3
Valore di Mercato 2 - modello polacco presente nel mercato IT
Stato dell'Arma GRADE A

Per consultare la legenda, clicca qui

Il modello presentato nella galleria iniziale è un PPS polacco (Wz43) prodotto dalla famosa azienda armiera Radom (codice 54) nel 1952. Si ringrazia per le immagini ArmeriaGB di Correggio (RE).

 

Copyright© 2018: Christian Gorr e CoEx

 


 


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